giovedì 17 settembre 2015

Movimento e attività fisica: un buon modo di crescere sani

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Il movimento è insito nella natura umana. Già nell’utero materno, infatti, il feto compie movimenti nel liquido amniotico quasi come nuotasse, e sin dalla nascita il neonato compie tutta una serie di movimenti che si vanno via via evolvendo fino a quando, intorno al primo anno di età, finalmente riesce a muovere i primi passi autonomamente. Da lì in avanti diventa solitamente difficile tenerlo fermo, e infatti fino ai 5-6 anni pressoché tutti i bambini impegnano le loro giornate in giochi di movimento.
Il dramma inizia una volta che comincia la scuola dell’obbligo, quando i bambini si trasformano – di solito non per loro scelta – in sedentari, al pari di noi adulti: piccole nostre copie che trascorrono circa otto ore seduti a scuola e una volta tornati a casa, quando non devono fare altri compiti, passano il loro tempo libero davanti a schermi (televisione, computer, videogiochi, ecc).
Ormai nelle famiglie lavorano entrambi i genitori e anche per venire incontro alle nuove esigenze della società la scuola si è profondamente modificata: rispetto a vent’anni fa, le ore che i ragazzi passano a scuola sono raddoppiate, mentre purtroppo le ore di attività fisica scolastica sono rimaste le stesse. Inoltre, il dover fare i compiti a casa e le condizioni ambientali (traffico, inquinamento, microcriminalità) portano i genitori ad avere spesso grandi difficoltà nel lasciare liberi i bambini di trascorrere ore di svago in autonomia. Dunque sono ormai lontani i tempi nei quali bambini e ragazzi giocavano per lunghe ore nei cortili, nei giardini e negli oratori in allegra compagnia.
E allora, poiché il nostro corpo è invece progettato per essere in movimento, il suo scarso utilizzo porta a quella che sin dagli anni ’60 è stata definita la “sindrome ipocinetica”: causata da un ridotto tono muscolare che deriva dalla sedentarietà, ha come unica fonte di prevenzione e di cura una modificazione dello stile di vita e principalmente l’adozione di una adeguata attività fisica.
Le alterazioni determinate dalla sindrome ipocinetica sono varie, le più visibili sono quelle che riguardano muscoli e scheletro:
  • l’atteggiamento scoliotico, che è diverso dalla scoliosi vera, perché deriva da una debolezza della muscolatura che sostiene la colonna mentre la scoliosi vera deriva da una alterazione strutturale delle vertebre;
  • valgismo (gambe a X) e varismo (gambe a O) delle ginocchia, determinati anch’essi da una debolezza della muscolatura che sostiene la rotula;
  • il piede piatto o altre alterazioni della posizione del piede.
Insomma, è appurato che lo sport e l’attività fisica più o meno organizzata servono. Ma quale sport è migliore per i nostri bambini per farli crescere sani? Frequentemente il tipo di sport da praticare viene scelto dai genitori, spinti o da necessità organizzative o dalla moda del momento. Sarebbe invece più utile far scegliere al bambino l’attività fisica verso la quale si sente più propenso, guidandolo, magari con l’aiuto del pediatra, verso sport adeguati alla sua età e al suo grado di sviluppo fisico, e se poi il bambino mostra diverse preferenze indirizzarlo verso uno sport di squadra ad esempio pallacanestro o pallavolo.
Gli sport di squadra sono preferiribili rispetto a quelli individuali, perché vengono vissuti dal bambino come un gioco, nel contempo allenano un po’ tutti i muscoli, mentre dal punto di vista emotivo il bambino impara a cooperare e a confrontarsi con gli altri mantenendo la propria individualità ed a rispettare una serie di regole fisse ed invalicabili (che, tra l’altro, è spesso esattamente il contrario di ciò che avviene dentro casa).
Nel bambino con eccesso di peso, situazione assai frequente, a queste indicazioni di massima vanno aggiunte altre considerazioni: deve sicuramente essere prescritta un’attività fisica di tipo aerobico, nella quale vengono utilizzati anche i grassi oltre agli zuccheri per fornire l’energia necessaria allo volgimento dell’esercizio; e naturalmente in base all’entità dell’eccesso di peso occorre scegliere una attività fisica che meglio si adatti alle sue esigenze fisiche: lo scopo non è quello di far calare rapidamente di peso il bambino, ma nel rimettere in moto meccanismi metabolici che, al pari dei muscoli, si sono “impigriti” a causa del non-uso. Dunque se il bambino presenta un sovrappeso si può consigliargli di svolgere l’attività fisica aerobica che più gli piace.
Diversa invece dovrà essere la scelta se vi è una obesità: se questa è di grado lieve si possono consigliare esercizi aerobici con gli arti superiori e nuoto, ciclismo, camminate; se invece il bambino è affetto da obesità grave si può consigliare il nuoto o tutte le attività in acqua, che consentono di alleggerire il lavoro sul cuore, o se, come avviene spesso in questi casi, il bambino ha vergogna di spogliarsi, si può invitarlo a camminare per almeno un’ora al giorno finché la migliore forma fisica non lo rassicuri e lo convinca a spogliarsi in pubblico senza timore.
Naturalmente non dobbiamo dimenticare mai che accanto ad una attività fisica organizzata, svolta per almeno un’ora 2-3 volte a settimana, dovremmo reimparare, noi adulti per primi, e contemporaneamente insegnare ai nostri bimbi, ad avere uno stile di vita meno sedentario cercando di limitare l’uso di quegli strumenti che la tecnologia ci ha offerto per far meno fatica. Ad esempio:
  • usare le scale invece dell’ascensore;
  • per piccoli tragitti fare a meno dell’automobile, oppure parcheggiare un po’ distanti dal luogo in cui si deve andare per camminare un po’;
  • cercare tutti insieme in famiglia di avere tanti momenti, anche piccoli, di movimento che riempiano la nostra giornata rendendola meno sedentaria.
http://alimentazionebambini.e-coop.it/stili-di-vita/movimento-e-attivita-fisica-un-buon-modo-di-crescere-sani/

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