lunedì 15 giugno 2015

Ginnastica per i piccoli

Ginnastica per i piccoli, il movimento posturale si impara da bambini






 Il movimento costituisce fonte di benessere psicofisico a tutte le età, meglio se si inizia a praticarlo fin da piccolissimi. Alla scuola materna, però, ginnastica deve fare rima soprattutto con gioco e divertimento.

Anche al nido o alla scuola materna è possibile socializzare attraverso l’esperienza del sano movimento, diverso sia dalla ginnastica, come generalmente intesa, sia da movimento a corpo libero, corsa o giochi all’aria aperta. Il nome esatto è psicomotricità. I movimenti spontanei fino a tre anni, la conoscenza delle nozioni di spazio, tempo, corpo, equilibrio, coordinazione, nonché la manipolazione, l’organizzazione di materiali e strumenti secondo le proprie inclinazioni e capacità, più avanti, ne costituiscono il contenuto.

Cosa si intende per psicomotricità
La psicomotricità nasce circa una quarantina di anni fa, dalla contemporanea azione di molteplici discipline: la neurologia, la biologia, la psicologia. Il corpo in azione ed il movimento, secondo i fondatori, sono le basi esperienziali dello sviluppo del pensiero, dell’intelligenza cognitiva e della maturazione psicologica. Il movimento è sinonimo di gioco e divertimento, sperimentazione e scoperta, luogo in cui sfogare tensioni, conflitti o timori e superarli. I piccoli sono posti in continua “relazione” con se stessi, con qualcosa o qualcuno. Vengono in aiuto strumenti, come i cerchi, la palla, la corda, l’asta o attrezzature specifiche in gomma morbida, si eseguono movimenti spontanei, mai stressanti o eccessivamente gravosi. Emulando il comportamento animale si saltella, si ondeggia, si corre, magari accompagnati dal suono di una dolce melodia. Durante le attività, gli insegnanti intervengono a garantire la sicurezza e la completezza di espressione, la comprensione di semplici regole e il controllo del corpo e del linguaggio. Con tale pratica si segue lo sviluppo dei bambini, il loro percorso di crescita psico-fisica, stimolandoli ad un processo evolutivo quanto più naturale, armonico ed equilibrato.

A che cosa serve la psicomotricità
Aucouturier, uno dei principali esponenti afferma: “La psicomotricità è un invito a comprendere ciò che il bambino esprime del suo mondo interno attraverso il movimento. E’ un invito a cogliere il senso dei suoi comportamenti”. Lo psicomotricista gioca “per” i bambini, cercando di comprenderli nelle loro caratteristiche interiori promuovendone lo sviluppo di tutte le potenzialità. L’attività psicomotoria, inoltre:

•Migliora la coordinazione, la padronanza del proprio corpo nello spazio, l’equilibrio, l’orientamento, la postura e la prontezza di riflessi;
•Favorisce la socializzazione, la relazione psico affettiva con l’adulto, la conoscenza e la percezione di se stessi in rapporto agli altri e al mondo esterno;
•Stimola la capacità di espressione, la gestualità, la creatività;
•Sviluppa la capacità di interpretazione ed emulazione mimica e non verbale;
•Contribuisce al corretto sviluppo della struttura osteo-articolare e irrobustisce il tono muscolare;
•Agisce in modo favorevole sulle funzioni metaboliche, prevenendo l’obesità infantile; le funzioni cardiache e respiratorie; il ritmo sonno-veglia, rilassando il corpo e la mente e donando un benessere generalizzato;
•Rafforza il sistema immunitario, prevenendo l’insorgenza di numerosi disturbi.

L’importanza dell’osservazione psicomotoria
L’attività di cui parliamo svolge un ruolo importante sia a livello educativo, come strumento efficace per l’ottimale crescita del bimbo, sia a livello diagnostico, come precoce risposta alle prime manifestazioni problematiche. Sosteniamo la presenza costante della pratica psicomotoria in ambito pedagogico, come primo fondamentale mezzo di educazione dei bambini al movimento e prendendo spunto dalle metodologie della disciplina potremo certamente trarre ottimi vantaggi nel personale rapporto con i nostri figli. Ritagliamoci del tempo di qualità da trascorrere in loro compagnia e abbandoniamoci alla spontaneità del fanciullo che è in ognuno di noi e le distanze si azzereranno in un meraviglioso scambio di emozioni. Attrezziamo la casa consentendo al bimbo di muoversi e giocare nella maniera più sicura e confortevole. Ogni tappa del suo sviluppo presenta esigenze diverse di movimento, contribuiamo a far si che ognuna di esse sia caratterizzata dalla serenità nell’esplorazione dell’ambiente circostante. E perché il piacere di muoversi sia completo, facciamo attenzione anche al tipo di abbigliamento scelto. Preferiamo tute leggere e morbide, possibilmente in fibre naturali, a garantire la massima libertà nei movimenti e la migliore traspirazione della pelle.

http://www.guidagenitori.it/la-crescita/educazione/2661-ginnastica-per-i-piccoli-il-movimento-posturale-si-impara-da-bambini/

sabato 13 giugno 2015

La psicomotricità infantile

Psicomotricità per bambini, che cos'è e a cosa serve..
La psicomotricità educativa può rivelarsi utile per tutti i bambini, in particolare per quelli timidi e insicuri perché migliora la fiducia in se stessi e negli altri, oltre alla capacità di comunicare. E' indicata anche per i bimbi molto vivaci che fanno fatica a concentrarsi. Per bambini con alcuni disturbi come autismo, ritardo mentale o altre patologie neuromotorie e neuropsichiatriche, può essere utile la psicomotricità terapeutica
La psicomotricità educativa, come si è già detto, ha lo scopo di favorire la crescita serena del bambino, sviluppando la comunicazione corporea e verbale. I corsi si svolgono in gruppo, nelle scuole o in centri pubblici e privati.
A chi può essere utile un corso di psicomotricità educativa? "Questi corsi si rivolgono a tutti i bambini, Questa pratica nei bambini normali dà fiducia in sé e negli altri, li aiuta a trovare i tempi di concentrazione (apportando miglioramenti anche a livello scolastico), a comunicare in sicurezza e tranquillità. Quindi si rivela particolarmente adatta a bambini molto timidi, insicuri o al contrario troppo vivaci e con difficoltà di concentrazione".

http://www.nostrofiglio.it/bambino/bambino-3-6-anni/salute-3-6-anni/psicomotricita-bambini

martedì 9 giugno 2015

Video dimostrativo


L'importanza del movimento già dall'infanzia


Il movimento serve a conoscere e imparare

I bambini hanno bisogno di movimento: per sentirsi bene, per conoscere sé stessi e il mondo che li circonda, per entrare in contatto con altre persone e per comunicare con loro.

Il movimento è la base dalla quale i bambini sviluppano le loro facoltà cognitive: prima di potersi fare un’idea degli oggetti, devono poterli sperimentare con tutti i loro sensi. Apprendere nei primi anni di vita significa innanzi tutto imparare attraverso la percezione e il movimento. Il bambino non scopre il mondo con la rappresentazione e neanche con gli insegnamenti che gli si possono impartire, ma soltanto attraverso il proprio agire. Può comprendere, ad esempio, che cosa significa l’equilibrio, solo se lo sperimenta in diverse situazioni: se prova a camminare sul bordo di un muretto, a tenersi in equilibro su un asse instabile o ad afferrare e lanciare una palla – sono tutte attività che gli danno modo di fare esperienze in prima persona e, nel contempo, di conoscere i principi che governano le cose. Gli adulti che ostacolano il bambino, che in questo modo fa esperienza del mondo, ad esempio intervenendo troppo presto, impartendogli continuamente degli insegnamenti o persino vietandogli di fare delle cose anche quando non sono veramente pericolose, non gli impediscono soltanto di sperimentare il movimento, ma lo limitano anche nella costruzione del suo mondo concettuale e nel suo sviluppo cognitivo. Il bambino diventa insicuro.

Utilizzare il corpo

Per potere sperimentare il più presto possibile con la più grande libertà, i bambini hanno bisogno che l’ambiente dove vivono assecondi il loro bisogno di attività e di autonomia. Oggi si tende, tuttavia, a limitarli sempre più: il traffico e le abitazioni moderne costituiscono degli ostacoli, la tecnica e la motorizzazione reprimono la creatività, limitano le possibilità di giocare e di muoversi e ostacolano i bambini nell’esplorazione e nella scoperta dei loro spazi di vita. D’altro canto i bambini sono confrontati con un’infinità di media elettronici, al cui influsso riescono ben difficilmente a sottrarsi. In un mondo in cui si può avere tutto premendo un tasto o schiacciando un bottone, il corpo non viene utilizzato abbastanza, con il pericolo che, già nei bambini piccoli, la percezione sensoriale si riduca alla vista e all’udito. Per poter funzionare bene e svilupparsi in modo adeguato, tuttavia, ogni organo sensoriale ha bisogno di essere stimolato. Necessita di esercizio, per potersi migliorare. Deve essere utilizzato, per non atrofizzarsi. I bambini che non giocano o non si muovono abbastanza, manifestano spesso ritardi non solo nello sviluppo fisico e nelle facoltà motorie, ma anche nell’acquisizione del linguaggio, nella capacità di concentrazione e nello sviluppo delle facoltà cognitive.

Dare l’esempio

«I genitori che si ritrovano con un piccolo bradipo, possono spiegargli che il corpo è come una macchina: va azionato regolarmente, altrimenti arrugginisce», suggerisce Andreas Krebs, insegnante di sport presso l’Istituto di scienze del movimento e dello sport del Politecnico federale di Zurigo. «Meglio ancora: invogliate il vostro bambino a muoversi. Siate un modello anche da questo punto di vista! Fatelo pedalare e camminare con voi. Il modo in cui sono strutturati il giardino, gli spazi di gioco e la cameretta deve invitarlo al movimento: con altalene, trampolini, barre per fare ginnastica, corde per saltare, palle da giocoliere o frisbee. E ancora più importante: muovetevi con loro e dimenticatevi l’auto in garage! Fate in modo che il vostro bambino si rechi a scuola con le sue gambe. Permettetegli di fare liberamente le sue esperienze, in compagnia di altri bambini. Anche se dovesse piovere, non impeditegli di uscire, perché non esiste il cattivo tempo, ma solo abiti inadatti. In estate basta una bici, un monopattino o un paio di roller per permettergli di dare libero sfogo al suo desiderio di muoversi. E un’ultima cosa: i maestri, a scuola, facciano in modo che la lezione non si impari soltanto da seduti».

https://www.coop.ch/pb/site/jfmk/node/65154019/Lit/index.html?secure=true